Il Metamodello

Il Metamodello è uno degli strumenti più odiati e più utili della PNL. Il più odiato perché complesso e da imparare a memoria (in realtà, basta solo molta pratica); il più utile perché senza la padronanza dello stesso, il piennellista perde il 99% della sua efficacia.

 

Ma di cosa si tratta? È un modello linguistico di precisione (nato dalla Linguistica Trasformazionale) utile per accedere alla struttura profonda.

 

La comunicazione quotidiana è una rappresentazione sintetica di quello che c’è nel profondo e spesso i messaggi sono incompleti.

 

Il Metamodello si occupa di tre processi:

 

  • Generalizzazione
  • Cancellazione
  • Deformazione

 

 

GENERALIZZAZIONE: quando uno o pochi elementi finiscono per rappresentare tutta la realtà del soggetto. Ad esempio, la prima volta che (da piccoli) abbiamo visto aprire una porta abbassando la maniglia, abbiamo GENERALIZZATO che tutte le porte si aprono in quel modo. Quindi si tratta di un processo utile perché ci evita di dover studiare ogni volta una porta per poterla aprire.

Questo processo può divenire limitante se, ad esempio, generalizzo che una mia amica è sempre scorbutica con me. Magari su 10 volte che ci incontriamo, 4 volte è scorbutica, 6 volte è affabile. Però potrei generalizzare “Tutte le volte è intrattabile”. Questo diventerà un limite per la nostra relazione.

 

CANCELLAZIONE: si tratta di un altro importante processo che permette di ridurre il mondo in “piccole fette” gestibili. Razionalmente non riusciamo a computare tante informazioni per volta (Legge del 7+-2). Se sono ad una festa in cui vi è musica, voci e rumore, per poter ascoltare chi ho di fronte dovrò “cancellare” tutto quello che ho attorno per concentrarmi solo su quello che mi interessa. Lo facciamo inconsciamente. Anche questo, come puoi notare, è un processo importante.

Il rovescio della medaglia consiste nel fatto che spesso “Cancelliamo” informazioni importanti. Tornando all’esempio di sopra (l’amica scorbutica) supponiamo che qualcuno mi dica: “Ma altre volte è affabile con te!”. Io potrei candidamente e in perfetta buona fede rispondere: “Non è così! Non mi ricordo neanche una volta in cui lo è stata”. In altre parole, si vive in una visione tunnel in cui la credenza che regge il gioco “cancella” tutto quello che va contro.

 

DEFORMAZIONE: è un processo che coinvolge la creatività. Le invenzioni e l’arte sono il frutto di questa abilità umana: deformare la realtà per creare qualcosa che non esiste. Ad esempio, se devo incontrarmi con qualcuno, posso simulare nella mia mente il possibile dialogo in modo da prepararmi all’incontro. Quindi, anche questo processo è FONDAMENTALE. Però, posso crearmi un “film mentale” positivo o negativo. Posso immaginare che il dialogo andrà bene, oppure che il mio interlocutore si annoierà o che si arrabbierà con me.

I films mentali hanno il potere di condizionare la nostra vita “suggestionandoci” verso la realtà immaginata.

 

All’interno di queste 3 classi, vi sono diverse sottoclassi (Quantificatori Universali, Operatori Modali, Verbi non Specificati, Lettura della Mente, Perfomativo Mancante, ecc). Ad esempio, è vero che esiste la Generalizzazione, ma al suo interno vi sono Quantificatori Universali e Operatori Modali.

Forse ora capisci perché a molti piennellisti non piace: bisogna studiarselo seriamente e imparare le diverse domande di confrontazione per accedere alla struttura profonda celata dietro la frase.

Ad esempio, supponiamo che qualcuno venga da me per avere una mano. Mi dice che non riesce più ad avere una relazione seria con una donna perché “Tutte le donne sono uguali”. Questa frase è la partenza per accedere alla struttura profonda. In questo caso mi trovo di fronte ad una generalizzazione, nello specifico “Quantificatore Universale” identificato da “tutte”.

 

La confrontazione, in questo caso, si opera ripetendo il Quantificatore Universale emerso e con domande specifiche: “Tutte, tutte? Non ci è mai stata una volta in cui hai incontrato una donna diversa dalle altre? Non ne esiste al mondo anche sola una diversa ?”.

 

È lampante che la frase in questione (tutte le donne sono uguali) è irreale, però tramite le domande bisogna fare in modo che:

a) se ne renda conto

b) emerga il vero problema

 

Nel primo caso, grazie alla magia del Metamodello, potrebbe risolversi il problema; nel secondo caso si potrebbe individuare il nocciolo del problema e/o la credenza celata.

 

Conoscere molte tecniche della PNL serve a poco se non si possiede la padronanza del Metamodello. Questo spiega anche perché ci sono tanti piennellisti poco capaci.

Purtroppo ho conosciuti alcuni colleghi che credono che il Metamodello si risolva in una sola domanda: “Cosa intendi specificatamente?”. Non è così: ci sono differenti domande in base alla diverse violazioni.

 

Infine, vorrei dire che il Metamodello non è un generatore di Rapport, non crea empatia. per questo motivo non bisogna abusarne durante la normale comunicazione. Immagina di avere un amico che ad ogni tua affermazione dica:

 

“Ma cosa intendi?”, “Ma sempre, sempre?”, “Come fai a saperlo”, “Rispetto a quale altro?”, ecc..

 

Mi sembra ovvio che un individuo di questo genere salirà in cima alla lista dei più odiati! Personalmente lo uso durante le sessioni di coaching (senza esagerare) e per gestire le obiezioni. Infatti, questo strumento è utile per spezzare obiezioni e “muri”.

 

 

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La struttura della Magia di John Grinder, Richard Bandler (Astrolabio)

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