Ecco la seconda parte dell’articolo
A cura del Dott. Giorgio Crucitti
Dott. Giorgio Crucitti – Medico Chirurgo, specialista in chirurgia toracica, docente in medicina estetica e del benessere e antiaging presso la Scuola Medica Ospedaliera S.Spirito in Saxia – Roma, Coordinatore scuola di medicina estetica e del benessere presso Istituto Alta Formazione Roma, Trainer of NLP.
Generalmente i bersagli del nostro organismo che risentono maggiormente del danno sono:
– DNA
– proteine
– lipidi
che si trovano all’interno delle cellule.
I fattori dannosi possono essere riassunti nel modo seguente:
– radicali liberi delll’ossigeno e dell’azoto
– AGEs e ALEs
– metalli pesanti
– inquinamento ambientale (es. pesticidi)
– alterazioni della metilazione
– infezioni microbiche sub cliniche
Di contro abbiamo i fattori di riparazione che sono necessari a contrastare sia i fattori di danno che i loro effetti.
In questo gruppo troviamo:
– antiossidanti enzimatci
– antiossidanti non enzimatici
– sequestratori di metalli
M quando la D diventa maggiore della R cosa succede?
Iniziano i primi sintomi definiti vaghi ed aspecifici perché sono generali e a qualsiasi esame diagnostico di routine non risultano alterazioni degne di nota.
E’ questo lo stato di malessere accennato prima.
Di questi sintomi vaghi e aspecifici definiti anche MUS (Medical Unexplained Symptoms) ne sono stati codificati circa una quarantina e tra questi troviamo:
– Stanchezza o affaticamento persistenti
– insonnia o risvegli notturni
– sonnolenza persistente
– ansia o apatia
– palpitazioni
– fame serale o notturna
– desiderio di carboidrati
– bruciori di stomaco, nausa, gonfiori addominali
– stipsi o diarrea
– colite
– mani e piedi freddi
– sudorazione notturna
– difficoltà a provare piacere per eventi positivi
Ma in che modo i fattori dannosi producono questi sintomi?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo chiarire il concetto di stress.
Stress significa carico o pressione che arriva dall’esterno e a cui l’organismo stressato deve rispondere per sopravvivere.
Quando parliamo di stress stiamo dicendo che l’individuo sta opponendo una certa resistenza a pressioni esterne, e i meccanismi di resistenza attivati sono identici a prescindere dal tipo di stressore.
Gli stressori più comuni possono essere suddivisi in:
– psichici
– relazionali
– alimentari
– infettivi (infezioni microbiche subcliniche)
– organici
Ma in cosa consiste questa resistenza opposta allo stressore?
L’insieme dei processi e dei sistemi utilizzati in questa fase rappresentano il cosiddetto ‘sistema di risposta dello stress ‘.
In altre parole lo stress ha una valenza positiva per l’individuo. Senza stress non c’è vita.
Il punto importante è che bisogna saperlo gestire e non farsi gestire e sopraffare.
Questo significa aver un buono stile di vita e una buona qualità della vita.
Il sistema di risposta dello stress comprende il sistema neurovegetativo (simpatico e parasimpatico) in relazione con il sistema endocrino il quale concorre alla risposta mediante la secrezione di ormoni catabolici e anabolici.
Nella fase catabolica vengono prodotte e utilizzate grandi quantità di ormoni come il cortisolo, ormoni tiroidei, l’adrenalina e la noradrenalina e ormoni sessuali.
Nella fase anabolica invece vengono prodotti ormoni e sostanze come il GH, la melotonina, l’insulina e ancora una volta gli ormoni sessuali.
Questa ritmo ormonale ha la funzione di aumentare la resistenza allo stressore fornendo il carburante alle cellule ossia il glucosio e gli acidi grassi che vengono trasformati in ATP nel mitocondrio e di assicurare la rigenerazione dei tessuti danneggiati durante la fase di stress catabolico.
Solo se questo ritmo è conservato è possibile ottenere longevità e salute.
Il glucosio, oltre a quello di origine alimentare, viene prodotto a partire dalle proteine muscolari, della pelle, delle ossa ecc…
Quindi la nostra massa magra è il substrato per la sintesi di carburante necessario a resistere allo stressore e fin quando quest’ultimo non viene superato la massa magra continuerà a fornire energia.
La componente di massa magra del nostro organismo viene considerata un importante indicatore di salute e dei processi di invecchiamento.
Nella fase di catabolismo assistiamo ai seguenti processi:
– iper produzione di radicali liberi
– iper produzione di AGEs e ALEs
– difficoltà ad eliminare le scorie metaboliche
– la presenza di scorie nei tessuti stimola i processi di infiammazione cronica con
produzione di IL 1, IL6 e TNF (le cosiddette citochine proinfiammatorie).
Questa infiammazione cronica silente è la causa di invecchiamento precoce e malattia ed è rappresentata dal cosiddetto ‘inflammaging’.
In particolare sappiamo che le citochine proinfiammatorie sono la causa di
– sintomi vaghi e aspecifici
– catabolismo della massa magra muscolare
– aumento della massa grassa viscerale (sovrappeso, obesità, diabete, ipertensione
arteriosa)
– invecchiamento cutaneo precoce
– PEFS
– aterosclerosi
– morte neuronale
– riduzione della sintesi di NGF e BDNF con deficit di rigenerazione neuronale
– deposito di placca amiloide e grovigli neurofibrillari nei neuroni
Ma quali sono le strategie che abbiamo a disposizione per contrastare questi processi e quindi l’invecchiamento patologico e la malattia?
Possiamo schematizzare le nostre strategie nel modo seguente:
– nutrizione
– attività fisica
– trattamento della disbiosi, dell’infiammazione cronica
– detossificazione (drenaggio metalli pesanti, AGEs, radicali liberi, inquinamento
ambientale)
– supplementazione (salì minerali, vitamine, oligoelementi e aminoacidi)
Parliamo brevemente della nutrizione.
L’alimentazione è uno dei più importanti stressori esistenti in natura. Infatti sappiamo che anche gli alimenti hanno la capacità di influenzare il ritmo orto/para ossia il ritmo stress/recupero.
Abbiamo anche visto come la salute sia strettamente correlata alla conservazione di questo ritmo.
Oggi sappiamo che esistono alimenti capaci di stimolare la reazione di stress e altri capaci di stimolare la reazione di recupero.
Quindi è chiara l’importanza di distribuire gli alimenti in maniera tale da favorire questo ritmo anziché constrastarlo.
Se per esempio la sera assumiamo carboidrati, nervini, grassi saturi ecc.. stiamo contrastando il ritmo e se lo facciamo ogni giorno per oltre un mese ecco che il nostro organismo instaura una reazione cronica a questo stressore aumentando la fase di stress e riducendo la fase di recupero.
L’alimentazione influenza la nostra salute anche attraverso il carico di acidità renale (PRAL).
Diversi studi hanno dimostrato che quando un alimento ha il PRAL positivo significa che apporta valenze acide al rene e quindi all’organismo contribuendo all’acidificazione della matrice.
Il ph della matrice ha una tendenza alla basicità e l’eccesso di cataboliti acidi (da alimenti con PRAL positivo, da AGEs, ALEs e molecole ossidate da attivazione cronica dell’asse dello stress) attiva ulteriormente la fase catabolica per destrutturare la componente ossea (osteopenia e osteoporosi) per apportare valenze basiche (di cui l’osso è ricco) alla matrice.
Questo processo contribuisce ulteriormente alla perdita di massa magra e quindi all’invecchiamento precoce e alla malattia.
Inoltre diversi studi hanno dimostrato come la restrizione calorica sia associata a longevità.
Oggi sappiamo che anche il DNA può essere influenzato dai nutrienti.
Infatti il nostro genoma per poter trasmettere l’informazione deve trovarsi in una conformazione ben precisa.
Se si dispone come un groviglio non può trasmettere l’informazione e per farlo deve essere srotolato.
Un importante fattore di regolazione della conformazione del DNA è il processo della metilazione ossia l’aggiunta di gruppi metile (CH3) in alcuni punti della catena genomica.
La metilazione viene regolata da
Stress
Attività fisica
Alimentazione
L’ipometilazione del DNA blocca l’attività genica mentre l’ipermetilazione ne stimola le funzioni.
In sintesi un deficit di metilazione è associato a:
Alterazione della regolazione dell’espressione di oncogeni
Aumento dell’omocisteina e delle malattie cardiovascolari
Depressione e deficit cognitivi
Deficit del tubo neurale (vita intra uterina)
Oltre alla metilazione esiste un altro importante processo di regolazione genomica: l’acetilazione degli istoni del DNA.
La restrizione calorica regola l’acetilazione ed è stata associata a longevità.
Già nel 1935 MvCay presso la Cornell University dimostrò che riducendo l’apporto di nutrienti ai topolini si otteneva un significativo aumento della longevità.
In questo processo un ruolo fondamentale è svolto dall’attivazione di una famiglia di enzimi chiamati sirtuine (SIRT 1 – 7) che sono deputati alla deacetilazione (rimozione di gruppi acetile) di parti del genoma chiamate ‘istoni’.
Le sirtuine sono anche attivate dal resvetratrolo.
Inoltre la restrizione calorica è associata a soppressione di mTOR una proteina con varie funzioni tra cui la regolazione della funzionalità mitocondriale con riduzione di radicali liberi e della funzionalità del sistema immunitario.
mTOR è invece attivato dalle citochine proinfiammatorie tra cui la principale è IL 6. A questa attivazione consegue la disregolazione dei linfociti T regolatori che liberano IL 17 una delle maggiori responsabili delle malattie autoimmunitarie.
mTOR viene attivata da:
Stress
Insulina
Ormoni
Alimenti
Dieta ipercalorica
In questo circolo vizioso un ruolo importante è svolto dalla presenza di disbiosi iintestinale ossia una proliferazione abnorme dei batteri presenti normalmente nel tubo digerente che può essere favorita da un regime alimentare ipercalorico con aumento del grasso viscerale che rappresenta a sua volta uno dei maggiori markers prognostici sfavorevoli per l’invecchiamento precoce assieme alla riduzione della massa magra muscolare.
L’ambiente intestinale rappresenta un’importante sede di regolazione del sistema immunitario.
Infine diversi studi hanno dimostrato che il muscolo in contrazione ed ipertrofico libera le cosiddette miochine con attività (vedi slide):
– antinfiammatoria
– antiadipogenica
– stimolo di BDNF
– stimolo plasticità neuronale
Riassumiamo le principali strategie che abbiamo a disposizione per il trattamento e la prevenzione dell’invecchiamento precoce.
– nutrizione
– attività fisica
– trattamento della disbiosi, dell’infiammazione cronica
– detossificazione e drenaggio metalli pesanti, AGEs, radicali liberi, fattori di
inquinament ambientale
– supplementazione (salì minerali, vitamine, oligoelementi e aminoacidi)
– trattamenti localizzati per l’invecchiamento cutaneo e la cellulite (biostimolazione,
mesoterapia, matrix ecc…).
Continua la tua formazione con questi articoli: