In giro sento spesso parlare di comunicazione efficace, ma devo essere sincero con te:
il 90% di chi ne parla rivela al pubblico solo tecniche blande in grado di creare un minimo di empatia.
Naturalmente qui parlo di Persuasione, non di manipolazione. La persuasione è l’abilità di entrare nella mente dell’altro e di proporre qualcosa in base al principio win-win (vinco io e vinci tu); la manipolazione si verifica quando inganni gli altri e non è oggetto di questo articolo.
Ma perché divulgano solo blande tecniche?
La cosa non mi sorprende: anni fa fui costretto ad andare all’estero per apprendere tecniche e strategie persuasive poco divulgate in Italia (se non, addirittura, ignorate). Perché lo fanno? Bella domanda.
Forse per ignoranza (tanti cosiddetti esperti in realtà esaltano quelle poche e blande nozioni in loro possesso) o per tenere celate determinate informazioni in modo da usarle a loro vantaggio.
Direi che la verità sta nel mezzo: un po’ di ignoranza e un po’ di cattiva fede.
Ora, con questo non voglio dire che in Italia non vi siano ricercatori che non divulgano strategie di comunicazione persuasiva valide, ma si tratta di mosche bianche.
Cominciamo con il chiarire un paio di punti.
Cos’è la vera comunicazione efficace? Questa si realizza quando si è in grado di comunicare direttamente con l’inconscio dell’altro. Potremmo anche definirla comunicazione ipnotica e non c’è bisogno di diventare ipnotisti per conoscerla. Infatti, applichiamo inconsciamente strategie di comunicazione persuasiva tutti i giorni senza rendercene conto.
L’esempio più banale di tutti si ha quando usiamo il “non”.
Se io dico “non pensare al blu”, la tua mente ci penserà un attimo e poi smetterà di farlo.
Ma perché ci pensi un attimo anche se ti ho detto di non farlo?
Lo fai perché il “non” non viene computato al livello inconscio.
È come se io ti dicessi “…pensare al blu”.
Pensa a cosa accade quando diciamo “non preoccuparti”, “non voglio fregarti” o “non dimenticarti di chiamarmi”. Chissà perché la gente sarà più propensa a fare il contrario: si preoccuperà, penserà che vogliamo fregarla o si dimenticherà di chiamarci.
Il meccanismo del “non” è solo la punta dell’iceberg del potere della comunicazione inconscia.
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