Leggi la mente degli altri – video gratuito

Chi non ha mai visto o letto qualche storia di super eroi in grado di fare cose oltre le capacità degli esseri umani? Il potere di leggere la mente degli altri sembra qualcosa di confinato al mondo della fantascienza, ma in realtà è qualcosa di tangibile e realizzabile grazie alla Comunicazione Non Verbale.

 

Scoprire questo codice segreto mi ha cambiato notevolmente la vita: mi fa comprendere in tempo reale se qualcuno sta mentendo, se gli piace quello che dico o quali argomenti devo usare per convincerlo.

 

La gente spesso (erroneamente) crede che le parole siano la parte più importante di una relazione. SBAGLIATO! Queste contano solo per il 7% circa (non lo dico io, ma le ricerche). I gesti, la postura e il tono di voce hanno un’incidenza del 93%.

 

Quindi questo significa che il corpo e il tono di voce affermano le reali intenzioni del tuo interlocutore. Amo dire:

 

i fatti contano, le parole sono solo parole.

 

Fare passetti inconsci in avanti o indietro, schiarirsi la voce, toccarsi il naso o inumidirsi le labbra, possono apparire dei gesti casuali…ma non è così: se li colleghi a quello che si afferma in quel preciso istante, assumono un particolare significato che può aiutarti a comprendere bugie, incoerenze, reali intenzioni, ecc..

 

Guarda il video gratuito sulla comunicazione non verbale

 

se vuoi saperne di più guarda

IL LINGUAGGIO SEGRETO DEL CORPO

cover linguaggio segreto corpo

Comunicazione Non Verbale – Video

La Comunicazione Non Verbale è il linguaggio del nostro inconscio. Pensiamo che comunicare con gli altri si risolva solo con le parole e con il linguaggio logico; in realtà, esiste un mondo sommerso fatto di gestualità, posture, gestione degli spazi e di particolari tonalità vocali che ci svela qualcosa che semplicemente ignoriamo.

 

Imparare a leggere il codice del non verbale può permetterci di leggere negli altri oltre le parole espresse. Il nostro inconscio è “logorroico” ed è impossibile non comunicare. Per esperienza personale posso affermare che la vera comunicazione è quella non verbale in quanto quella logica spesso è fuorviante.

 

Se vuoi saperne di più, guarda il video gratuito della mia ultima intervista ad opera della web tv “Ondalibera.tv”.

 

 

Come smascherare le bugie

Come è possibile smascherare le bugie? Esiste un metodo sicuro per capire se qualcuno ci sta mentendo? La Comunicazione Non Verbale è uno strumento valido ed efficace per rilevare le incongruenze tra razionalità e inconscio.

 

L’inconscio comunica attraverso segnali di gradimento e di rifiuto. In questo modo è possibile verificare la coerenza tra parole e gesto.

 

Il nostro inconscio non mente mai, mentre è possibile farlo con la razionalità.

 

Conoscere la Comunicazione Non Verbale equivale a possedere una “seconda vista” che ci permette di capire le reali intenzioni di chi abbiamo di fronte.

 

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Comunicazione Non Verbale parte 2

Nel precedente articolo, abbiamo esaminato il significato della CNV, come debba essere utilizzata per gestire efficacemente una comunicazione e alcuni segnali di gradimento (Il linguaggio segreto del nostro inconscio).

 

Prima di affrontare altri segnali di comunicazione non verbale, è fondamentale precisare che la CNV segue quattro vie principali di comunicazione:

 

1. Prossemica
2. Parlanguistica
3. Digitale
4. Cinesica

 

La Prossemica riguarda tutti gli atti inconsci inerenti la gestione degli spazi territoriali: passi in avanti, indietro, spostamenti del busto. Ad esempio, se una persona si avvicina troppo invadendo il nostro spazio privato, inconsciamente facciamo un passo indietro per ripristinare la distanza iniziale. Oppure, se qualcuno ci stimola o dice delle cose che ci interessano, inconsciamente andiamo verso questa persona.

 

La Paralinguistica comprende tutti i suoni e i rumori espressi inconsciamente (vocali e strumentali). Ad esempio, per quanto riguarda quelli vocali, un abbassamento del tono di voce che può essere seguito da un “raschiamento” della gola (generalmente indica tensione su quanto si afferma o si ascolta). Un esempio di atti strumentali può essere il tamburellare le dita o oggetti su una superficie (tavolo) che in linea di massima indica scarico tensionale.

 

I contatti che avvengo attraverso il tatto rientrano nel canale Digitale. È un potente veicolo della comunicazione perché sconfina nella sfera affettiva in quanto toccare e l’essere toccati è un esigenza fondamentale. Non permettiamo a sconosciuti o a persone con cui non vi è empatia di darci “pacche sulla spalla” o “prenderci sotto braccio” in quanto genera in noi fastidio. Quando sentiamo l’esigenza inconscia di toccare la spalla di qualcuno o dargli una pacca amichevole, vuole dire che il nostro interlocutore ha raggiunto un buon potenziale empatico nei nostri confronti, e viceversa.

 

Infine, la Cinesica riguarda la gestualità espressa inconsciamente: “puntare il dito” quando si comunica, gesticolare in maniera circolare o propiziatrice. Questi atti semplicemente esprimono lo stile comunicativo.

 

Ora, esaminiamo qualche segnale di rifiuto.

 

1. Sfregare con le dita la punta del naso: la punta del naso dovete paragonarla ad una “zona rossa”: quando l’interlocutore tocca quella zona, è indice di un forte scarico tensionale negativo. Quando il nostro interlocutore si gratta la faccia, vuol dire che sta accumulando tensione a causa dei discorsi sostenuti.

 

2. Spostare occasionalmente oggetti lontano dalla propria persona: in questo caso, gli argomenti trattati non interessano al nostro interlocutore, il quale ci segnala che preferisce tenerli lontani da se. Naturalmente, si tratta di gesti fatti in contesti non logici

 

3. Gambe accavallate e/o braccia conserte: generalmente, le gambe accavallate esprimono rifiuto solo se si pongono come un a barriera, se l’interlocutore pone tra se e noi la sua coscia. In pratica la sua gamba viene posizionata come un “muro” verso di noi. In tutti gli altri casi rappresentano una leggera chiusura. Invece, le braccia conserte rappresentano un netto segnale di chiusura: la parola o l’argomento trattato, hanno toccato una “corda” particolare nel nostro interlocutore, il quale assume un atteggiamento di chiusura.

 

4. “Grattamento” del capo: questo segnale è diverso dall’accarezzarsi i capelli in quanto tutti gli atti che comportano un grattamento indicano una tensione. Infatti, una tensione eccessiva crea una vaso dilatazione che produce “prurito”. Questo segnale esprime letteralmente “grattacapo”, ovvero la tematica o la parola pronunciata creano qualche tensione o problema in chi ci ascolta.

Il Linguaggio del Corpo e le bugie

È possibile capire se chi abbiamo di fronte mente? Leggere le bugie è possibile solo nei film o si tratta di realtà?

 

Naturalmente è possibile e si tratta di realtà. Conoscere una vasta gamma di segnali non verbali permette di decodificare istantaneamente le reali intenzioni degli interlocutori. Mi diverto moltissimo in televisione nel leggere le incongruenze palesi (per chi conosce il non verbale) dei personaggi pubblici: se tutti conoscessero questo codice, ci penserebbero due volte prima fare certe affermazioni.

 

Il non verbale non mente mai, perché si tratta del linguaggio inconscio. A volte diciamo “si” con le parole mentre il corpo afferma il contrario: scuotiamo la testa e indietreggiamo. Questa è una classica incongruenza. Chiaramente bisogna fare affidamento sul linguaggio del corpo, in quanto la parte logica può mentire.

 

Una volta un ragazzo mi disse che mi avrebbe sicuramente fatto un favore; mentre parlava scuoteva la testa (come un “no) e indietreggiava (come per prendere le distanze da quanto affermato).

 

Infatti, come volevasi dimostrare, questo ragazzo non mantenne la parola data.

 

Potrei riportarti centinaia di casi in cui il non verbale ha smascherato bugie, anche inconsapevoli. Infatti, non sempre la gente mente volutamente: a volte prende impegni dimenticandosi di averne preso un altro.

 

Il non verbale si articola in tantissimi segnali ed è la padronanza di questi che ti aiuta ad avere una visione di insieme del tuo interlocutore: scuotere la testa e fare un passo indietro sono solo alcuni. Ad esempio, grattarsi la punta del naso esprime un fortissimo scarico tensionale. Quando qualcuno mi dice “domani ci vediamo” mentre si gratta il naso, esprime un’incongruenza: o questa cosa gli crea un forte fastidio o l’indomani mi bidonerà.

 

Conoscere il non verbale equivale ad avere una “doppia vista” per leggere negli altri al di là delle parole. Pensa come cambierebbe la propria vita nelle relazioni professionali e personali: mentirti sarebbe quasi impossibile.

 

E tu cosa ne pensi?

Se vuoi saperne di più, leggi il mio libro I Poteri Segreti della Comunicazione Empatica” (Essere Felici).

Comunicazione Non Verbale

La comunicazione non verbale è il linguaggio del nostro inconscio. Tendiamo a pensare che comunicare sia solo traferire informazioni… in realtà noi comunichiamo con il corpo, i gesti, il tono di voce e la gestione degli spazi.


Si, lo so che può suonarti strano, ma è così. Quando conosciamo qualcuno, da un lato ascoltiamo le sue parole (parte logica), dall’altro il nostro inconscio registra la comunicazione non verbale dell’interlocutore. Questo spiega perché tante volte incontriamo persone che ci fanno ottimi discorsi logici, ma non ci convincono: la nostra parte profonda registra le incongruenze e ci manda una sensazione del tipo “non fidarti”. Purtroppo, il più delle volte non seguiamo l’istinto… e prendiamo qualche bella fregatura.

Non è un caso che le persone di successo seguano il loro istinto dopo aver valutato tutte le informazioni disponibili.

Per saperne di più, ascolta la mia intervista su Radio Ciccio Riccio.



Comunicazione non Verbale interattiva

La comunicazione non verbale non è solo uno strumento per “leggere negli altri” oltre le parole ma anche un potente mezzo di interazione per creare empatia (o anche mismatching). Quello che facciamo con il nostro corpo ha molta più influenza di quanto possiamo immaginare. Ad esempio, la gestione degli spazi (Prossemica) è fondamentale per evitare di mandare in tensione il nostro interlocutore. Alcuni individui hanno una modalità comunicativa un po’ invasiva: tendono ad avvicinarsi troppo e a toccare chi hanno di fronte (Digitale).

Se il suo interlocutore esprime segnali di rifiuto (ad esempio, indietreggia leggermente o esprime scarichi tensionali), è importante ripristinare la “zona neutra” (generalmente di un metro e mezzo circa). Infatti, tendiamo ad annullare le distanze con persone che sono in rapporto intimo e/o confidenziale con noi. Quindi, come è possibile superare questa distanza con una persona appena conosciuta? In alcuni corsi di vendita spesso insegnano che con il cliente (appena conosciuto) bisogna rafforzare la stretta di mano toccando con l’altra l’avambraccio dell’interlocutore. Non posso condividere fino in fondo questo insegnamento: il canale della Digitale (ovvero toccare se stessi o gli altri) è una delle vie più potenti in quanto coinvolge la sfera affettiva.

Quando tocchiamo qualcuno tendiamo ad esercitare un ruolo con implicazioni affettive e questo non sempre è possibile farlo, soprattutto con sconosciuti. È importante tarare il proprio comportamento in base al feedback: se chi ho di fronte vuole mantenere una distanza di un metro / un metro e mezzo, come posso pensare di poterlo toccare (anche solo con una pacca sulla spalla)? È pur vero che ci sono individui che hanno una modalità comunicativa cenestesica: questo atteggiamento può essere letto positivamente (quando non è costruito) in quanto vorrebbero entrare in empatia con noi.

Bisogna sempre tenere a mente che noi siamo responsabili al 100% dell’esito della comunicazione, sia positivamente che negativamente. Quindi, una gestione consapevole della gestualità, della prossemica e di alcuni segnali, può permetterci di migliorare (o peggiorare) la qualità della relazione. Ad esempio, comunicare tenendo le braccia conserte potrebbe provocare due effetti negativi:

1. esprimiamo chiusura a livello non verbale
2. limitiamo l’efficacia della nostra comunicazione

Il primo punto è semplice da comprendere in quanto le braccia conserte sono un segnale di rifiuto espresso quando viene trattato un argomento che desideriamo non toccare. A questo proposito bisogna aggiungere che il segnale acquista valore solo quando viene espresso su una determinata parola e/o argomento. In altre parole, se il mio interlocutore è già in chiusura, non necessariamente significa che il segnale è rivolto nei miei confronti. Invece, se è in apertura e (ad esempio) parlando di lavoro esprime il segnale di chiusura, vuol dire che c’è qualcosa che gli crea fastidio in relazione al lavoro.
Quindi, quando interagiamo con gli altri e vogliamo comunicare apertura, dovremmo evitare di farlo con le braccia conserte.

Il secondo punto (limitare l’efficacia della nostra comunicazione) si riferisce alla duplice via che la comunicazione segue: parola (logica) e gestualità/tono e ritmo di voce (parte emotiva). Quando interagiamo con gli altri non solo parliamo ma gesticoliamo, andiamo avanti e indietro rendendo molto più incisiva la comunicazione. Ad esempio, una cosa è dire :”Tavolo” tenendo le braccia ferme o conserte: un’altra è dire “Tavolo” raffigurando la superficie piana con il movimento delle mani. In questo ultimo caso il messaggio è molto più incisivo in quanto segue la duplice via.

Quindi, i segnali di rifiuto e chiusura hanno il potere di limitare la nostra efficacia come comunicatori. Ma è vero anche il contrario: i segnali di gradimento ed empatia tendono ad influenzare positivamente chi abbiamo di fronte: la sua parte emotiva li legge aprendosi nei nostri confronti riconoscendoci come persone “empatiche”. I segnali di apertura e disponibilità espressi volutamente possono predisporre positivamente chi abbiamo di fronte. La tecnica del Rispecchiamento rappresenta un utilizzo interattivo della comunicazione non verbale per entrare in empatia.

Concludendo, non dobbiamo lamentarci degli scarsi esiti se durante un’interazione esprimiamo segnali di scarico tensionale, chiusura o rifiuto (ad esempio, tamburellare con le dita sulla scrivania, braccia conserte, battere nervosamente il piede per terra ecc.). Paradossalmente siamo molti più efficaci quando siamo sciolti e spontanei.