Nel precedente articolo, abbiamo esaminato il significato della CNV, come debba essere utilizzata per gestire efficacemente una comunicazione e alcuni segnali di gradimento (Il linguaggio segreto del nostro inconscio).
Prima di affrontare altri segnali di comunicazione non verbale, è fondamentale precisare che la CNV segue quattro vie principali di comunicazione:
1. Prossemica
2. Parlanguistica
3. Digitale
4. Cinesica
La Prossemica riguarda tutti gli atti inconsci inerenti la gestione degli spazi territoriali: passi in avanti, indietro, spostamenti del busto. Ad esempio, se una persona si avvicina troppo invadendo il nostro spazio privato, inconsciamente facciamo un passo indietro per ripristinare la distanza iniziale. Oppure, se qualcuno ci stimola o dice delle cose che ci interessano, inconsciamente andiamo verso questa persona.
La Paralinguistica comprende tutti i suoni e i rumori espressi inconsciamente (vocali e strumentali). Ad esempio, per quanto riguarda quelli vocali, un abbassamento del tono di voce che può essere seguito da un “raschiamento” della gola (generalmente indica tensione su quanto si afferma o si ascolta). Un esempio di atti strumentali può essere il tamburellare le dita o oggetti su una superficie (tavolo) che in linea di massima indica scarico tensionale.
I contatti che avvengo attraverso il tatto rientrano nel canale Digitale. È un potente veicolo della comunicazione perché sconfina nella sfera affettiva in quanto toccare e l’essere toccati è un esigenza fondamentale. Non permettiamo a sconosciuti o a persone con cui non vi è empatia di darci “pacche sulla spalla” o “prenderci sotto braccio” in quanto genera in noi fastidio. Quando sentiamo l’esigenza inconscia di toccare la spalla di qualcuno o dargli una pacca amichevole, vuole dire che il nostro interlocutore ha raggiunto un buon potenziale empatico nei nostri confronti, e viceversa.
Infine, la Cinesica riguarda la gestualità espressa inconsciamente: “puntare il dito” quando si comunica, gesticolare in maniera circolare o propiziatrice. Questi atti semplicemente esprimono lo stile comunicativo.
Ora, esaminiamo qualche segnale di rifiuto.
1. Sfregare con le dita la punta del naso: la punta del naso dovete paragonarla ad una “zona rossa”: quando l’interlocutore tocca quella zona, è indice di un forte scarico tensionale negativo. Quando il nostro interlocutore si gratta la faccia, vuol dire che sta accumulando tensione a causa dei discorsi sostenuti.
2. Spostare occasionalmente oggetti lontano dalla propria persona: in questo caso, gli argomenti trattati non interessano al nostro interlocutore, il quale ci segnala che preferisce tenerli lontani da se. Naturalmente, si tratta di gesti fatti in contesti non logici
3. Gambe accavallate e/o braccia conserte: generalmente, le gambe accavallate esprimono rifiuto solo se si pongono come un a barriera, se l’interlocutore pone tra se e noi la sua coscia. In pratica la sua gamba viene posizionata come un “muro” verso di noi. In tutti gli altri casi rappresentano una leggera chiusura. Invece, le braccia conserte rappresentano un netto segnale di chiusura: la parola o l’argomento trattato, hanno toccato una “corda” particolare nel nostro interlocutore, il quale assume un atteggiamento di chiusura.
4. “Grattamento” del capo: questo segnale è diverso dall’accarezzarsi i capelli in quanto tutti gli atti che comportano un grattamento indicano una tensione. Infatti, una tensione eccessiva crea una vaso dilatazione che produce “prurito”. Questo segnale esprime letteralmente “grattacapo”, ovvero la tematica o la parola pronunciata creano qualche tensione o problema in chi ci ascolta.