Il modellamento è un processo che si basa essenzialmente sullo scambio di idee. Quando due individui scambiano le loro esperienze e abilità, dopo il loro incontro, risultano più ricchi di prima.
Se esiste un particolare individuo che possiede specifiche capacità che ci interessano, grazie al modellamento possiamo “estrarle” e apprenderle.
Se incontriamo una persona affamata possiamo decidere di darle 10 euro in modo da potersi nutrire, ma la soluzione è solo temporanea. Se, invece, decidiamo di insegnarle una professione (sempre che lei lo voglia) le diamo la possibilità di sfamarsi per tutta la vita e non per un giorno soltanto.
Ma cosa indichiamo con il termine “modello”? Si indica una descrizione o analogia atta a segnalare qualcosa di non osservabile o un sistema di presupposti, informazioni e inferenze presentato come una rappresentazione formale di un’entità o situazione.
Come funziona il modellamento nella PNL?
Parte dalla comprensione del comportamento umano per esaminare i processi che ne sono la base e apprenderli. Ne deriva un parametro di riferimento, utile per insegnarlo ad altri. Ad esempio, in ambito aziendale o sportivo si fanno ripetere, a chi è inesperto, una serie di comportamenti specificandone le fasi. In questo modo è possibile apprendere una strategia fornita da chi ha già raggiunto significativi successi nell’abito di interesse.
Generalmente non si prende ad esempio un singolo individuo, ma un più ampio numero di comportamenti o esempi che hanno prodotto il medesimo risultato. Ad esempio, nella PNL si utilizzano alcune tecniche come la “Time Line” per trasformare blocchi emotivi. Per raggiungere il risultato e perfezionare il sistema, sono stati esaminati più casi con esito positivo e non un singolo esempio.
Inoltre, una volta estratto il processo, deve essere formalizzato e applicato in ambito diverso. Ad esempio, posso modellare una strategia per guidare un team di regata e applicarla (contestualizzandola) in ambito aziendale.
Naturalmente il linguaggio, con cui ci esprimiamo, non descrive mai la struttura profonda: il “pezzo” originale subisce generalizzazioni, cancellazioni e deformazioni che ne alterano la forma. Per accedere alla struttura profonda, bisogna utilizzare dei linguaggi di precisione (Metamodello). Grazie ad esso, è possibile individuare le violazioni che “nascondono” il messaggio originale.
In che modo si esamina un individuo che si desidera modellare?
Per creare modelli efficaci non basta la semplice emulazione, ma bisogna esaminare differenti livelli di informazione. Ad esempio, che influenza esercita l’ambiente esterno sulla persona che intendiamo modellare (quando e dove agisce). Naturalmente si prende in considerazione anche l’impatto che, a sua volta, genera l’individuo sull’ambiente.
Un altro livello di informazioni si riferisce al “cosa fa” esattamente, ovvero i comportamenti specifici (schemi lavorativi, relazionali e interattivi riferiti a situazioni e/o persone).
Inoltre si esaminano le capacità intellettuali e cognitive, i suoi valori e convinzioni (cosa “crede” in merito al proprio ambiente, in merito a se stesso, al suo lavoro ecc.). In altre parole, si esamina tutta la struttura dei suoi livelli logici (ambiente → comportamento → capacità → convinzioni/valori identità → spiritualità).
Voglio concludere questo breve articolo (per approfondire il tema vi rimando alla lettura del libro “Creare modelli con la PNL” di Robert Dilts – Astrolabio) citando una frase di Robert Dilts che, grazie ad una metafora, spiega l’essenza del modellamento: se due individui si incontrano e si scambiano un dollaro, dopo il loro incontro avranno sempre un dollaro a testa. Se gli stessi individui scambiano un’idea, dopo il loro incontro avranno due idee ciascuno.
Questa frase dovrebbe far riflettere anche su quanto sia importante scambiare informazioni e comunicare all’interno di un team invece di trincerarsi dietro le proprie idee e pregiudizi.
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